«Nel pieno della malora
la vita m’era diventata insopportabile.»
La malora è lo spazio nel quale navighiamo apparentemente senza direzione, è il tempo che si fa buio e tetro, confuso. Una condizione diffusa e pervasiva che penetra dentro di noi senza scampo, ma non senza rimedio. In questo corpo a corpo continuo con la rassegnazione, ritrovare le coordinate politiche diventa questione vitale.
In un contesto, come quello veronese, noto ai più per aver anticipato alcune tendenze poi esplose a livello nazionale – qualcuno parla da tempo di veronesizzazione della politica italiana – lo sforzo che siamo chiamati a fare è quello di decodificare il presente, raccontandone contraddizioni e potenzialità, cercando di scavare sotto il cupo suolo padano.
Non uno spazio su e per Verona quindi, o non solo. Piuttosto, uno spazio che a partire dalle nostre posizioni, geografiche e sociali, sia in grado di tessere legami e analisi che mettano in discussione i confini tra il dentro e il fuori, il qui e l’altrove.
La sfida che ci aspetta è quella di aprire squarci di luce nella notte che stiamo attraversando. E se la notte è l’ora del riposo, è anche il momento del suo opposto: da intervallo tra una giornata lavorativa e l’altra, diventa il tempo per immaginare, pensare, analizzare il reale.
Ma cos’è Malora, fisicamente? Una piattaforma digitale, un laboratorio di pensiero, uno spazio di indagine. È il tentativo di rileggere molti dei fatti di cronaca che ci scivolano addosso frammentati, per provare a ricomporli nella loro complessa interazione. È un percorso che si costruisce camminando, aprendosi a una pluralità di punti di vista e linguaggi, sperimentando parole e visioni con cui esprimersi.
Come punto di partenza di questo percorso non potevamo che iniziare dalla gioia e dalla potenza della manifestazione transfemminista dello scorso 30 marzo 2019, dove la malora della provincia veronese è stata per un istante vinta dai corpi che hanno marciato nella città scaligera mostrando che un altro mondo è possibile.
A distanza di un anno, Malora apre le sue pagine virtuali con un dossier dedicato ai significati e all’eredità politica di quell’evento.